Quale futuro per la chimica brasiliana?

Brasile prospettive 2015-18

Nel 2013 l'industria chimica brasiliana ha registrato vendite per USD 162 miliardi, confermandosi sesto mercato mondiale. Lo riferisce la Brazilian Development Bank (BNDES) che, per il periodo 2015-2018, stima investimenti nell'industria chimica per R$ 22 miliardi.

Quali sono i punti di forza delle società brasiliane? Innanzitutto la dimensione e la crescita del mercato interno, che può portare allo sviluppo di prodotti cosmetici, pesticidi, additivi alimentari e prodotti chimici, nonché la presenza di aziende nazionali, come Braskem e Oxiteno, e di multinazionali. Giocano a sfavore i costi elevati degli investimenti in Brasile e delle materie prime, come nafta e gas naturale, la scarsa diversificazione della produzione locale, la limitata formazione tecnologica nei segmenti più innovativi, le barriere normative in materia di specialità (con lunghi tempi di attesa per la licenza allo sviluppo o lancio del prodotto), gli ostacoli infrastrutturali.

Il successo del business dipende dalla fornitura delle materie prime a costi ridotti così come l'accesso a condizioni di finanziamento competitive per investimenti da pianificarsi al momento giusto.

Dagli anni Ottanta il settore riflette tendenze legate alla maggiore consapevolezza ambientale, stimolando lo sviluppo di processi produttivi da fonti rinnovabili e spingendo l'implementazione delle nanotecnologie e delle fibre in carbonio. Alla poca innovazione nelle materie prime si contrappone lo sviluppo di nuove tecnologie. Accanto a marchi storici, come Braskem, Rhodia, BASF e Dow, si affacciano nuove imprese, come Granbio, Amyris e Solazyme, che cercano di posizionarsi nel nuovo settore delle biomasse a base chimica.

Nei segmenti più maturi si assiste a fusioni, acquisizioni o disinvestimenti, come nel caso dell'acquisizione della americana Sigma-Aldrich da parte della tedesca Merck, o alla riorganizzazione del proprio portafoglio alla ricerca di segmenti con maggiore potenziale di redditività, come nel caso della statunitense Eastman.

Nel breve termine, la Brazilian Development Bank sottolinea come la crescita e la diversificazione di importanti mercati dell'industria chimica, come i beni di consumo durevoli, dell'edilizia e delle infrastrutture, possano essere da stimolo a importanti investimenti produttivi locali.

Nel lungo periodo, l'aumento della produzione di petrolio e gas in Brasile può influire sulla scarsità e sull'alto costo delle materie prime petrolchimiche, stimolando nuovi investimenti. Inoltre il costo del petrolio e le pressioni sociali per un'economia più sostenibile tendono a incoraggiare la ricerca di materie prime alternative favorendo l'uso delle biomasse, settore in cui il Brasile ha potenzialmente un vantaggio competitivo con la produzione agricola.