Turismo: primi i cinesi
A inizio 2012 la Cina è salita in cima alla top ten dei Paesi esportatori di turisti, superando gli Stati Uniti con 78 milioni di viaggiatori all'estero (previsti nel 2012), contro 68 milioni di cittadini americani.
Sono questi i dati che emergono dall'analisi Unwto, l'organizzazione del turismo delle Nazioni Unite, che indica come la corrente outgoing cinese sia cresciuta a una media del 22% l'anno dal 2000 al 2006 (quasi 35 milioni di viaggiatori all'estero, per una spesa di circa 30 miliardi di dollari). Entro il 2020 si prevede dunque che la Cina raggiunga i 100 milioni di viaggiatori.
La spesa cinese transita online: secondo PhoCusWright entro il 2013 le spese sul web per servizi turistici saranno quintuplicate rispetto al 2008 (15 miliardi di dollari, su un totale di 105 miliardi di dollari per turismo) mentre la spesa totale incluso l'offline nello stesso periodo raddoppierà. Un fenomeno, quello dell'online, che sta guadagnando terreno anche sul fronte dei social media e dei portali dello shopping.
Secondo gli analisti di PhoCusWright alla crescita vertiginosa dell'e-travel contribuiscono importanti investimenti così come patnership tra operatori internet e tour operator online. Baidu, il motore di ricerca leader di mercato in Cina, nel 2011 è divenuto azionista di maggioranza di Qunar, il primo motore metasearch e di pianificazione del turismo mentre l'internet provider Tencent e Alibaba hanno investito sull'e-travel.
Hotel e negozi si sono prontamente adeguati dotandosi di personale cinese o che parli cinese: è risaputo che i cinesi amino lo shopping intensivo e quando viaggiano si concentrano sull'abbigliamento griffato e sull'elettronica, più convenienti all'estero a causa delle forti tasse cinesi sull'importazione.
Fonte: l'Agenzia di Viaggi