Tecnologia, che passione!
Alla forte passione per la tecnologia degli italiani si contrappone la scarsa capacità di produrre innovazione.
E' quanto emerge dal primo Barometro Intel dell'innovazione tecnologica, indagine condotta nell'estate 2013 con il supporto dell'istituto di ricerca internazionale Penn Schoen Berland su un campione di 12.000 adulti coinvolgendo Italia, Usa, Giappone e Francia oltre ad alcuni paesi emergenti come Brasile, Cina, India e Indonesia.
La ricerca evidenzia come gli appartenenti alla generazione Y, i giovani tra i 18 e i 24 anni, mostrino un netto contrasto con la loro reputazione di insaziabili di tecnologia. In Italia il 76% concorda infatti sul fatto che la tecnologia rende le persone meno umane, mentre 6 giovanissimi su 10 sono convinti che la società faccia troppo affidamento sulla tecnologia. L'86% è però convinto che l'innovazione tecnologica renda la vita migliore e addirittura quasi il 60% che aiuti i rapporti interpersonali. Gli italiani confidano sul fatto che le innovazioni avranno un impatto positivo su istruzione (40%), trasporti (41%) e assistenza sanitaria (41%).
Secondo Genevieve Bell, antropologa e Director of Interaction and Experience Research presso gli Intel Labs, i giovani della generazione Y desiderano che la tecnologia sia personalizzata e meno ingombrante, in modo da migliorare la qualità della vita, semplificandola e rendendola più divertente. Inoltre quasi la metà di loro ritiene che la tecnologia dovrebbe imparare comportamenti e preferenze dimostrandosi così propensi a condividere le informazioni personali rispetto ai concittadini più anziani, con il 59% disposto a condividere la data di nascita, il 46% i dati GPS, il 59% le e-mail, il 51% lo storico degli acquisti e addirittura il 44% i dati genetici.
Le donne più mature e quelle che vivono nei mercati emergenti sono invece entusiaste del ruolo della tecnologia nella loro vita. A livello globale, le donne di età superiore ai 45 anni (soprattutto italiane e cinesi) sono più propense a utilizzare maggiormente la tecnologia nella convinzione che ci renda più umani e ci consenta di approfondire le relazioni interpersonali. Le donne italiane ritengono che le innovazioni porteranno a miglioramenti nel campo dell'istruzione (56%), dei trasporti (42%), del lavoro (53%) e dell'assistenza sanitaria (51%) e sono disposte ad accettare tecnologie considerate troppo personali dalle coetanee di altri paesi, come software che osservano le abitudini lavorative (70%) e monitorano le abitudini di studio (70%), e persino bagni intelligenti che tengono sotto controllo la loro salute (74%).
I cittadini più benestanti sarebbero quelli maggiormente disposti a condividere dati personali in forma anonima, come i risultati di analisi di laboratorio o informazioni sui viaggi effettuati. Tuttavia la disponibilità degli italiani con reddito inferiore nel caso delle analisi di laboratorio salirebbe dal 68% al 73% se la condivisione comportasse minori costi sanitari.