Mercati in crisi: il caso Argentina
Un nuovo periodo difficile si apre per l'Argentina, la cui economia è segnata da elevata inflazione, deprezzamento della valuta, stagnazione economica e contrazione dell'1,7% PIL nel 2014 e dell1,5% previsto nel 2015.
L'analisi SACE è spietata: il contesto operativo per gli operatori esteri è difficile e richiede grande cautela e attenta selezione delle controparti per non incorrere nel rischio elevato di mancato pagamento anche da parte di enti pubblici. A complicare la situazione è la presenza di barriere alle importazioni, pesante burocratizzazione e restrizioni valutarie. Vengono autorizzate le importazioni di materie prime funzionali alle produzioni locali e beni strumentali come macchine, apparecchi e materiale elettrico, prodotti in metallo).
Nel triennio 2011-13 gli italiani hanno registrato mancate esportazioni per 671 milioni di euro dovute alle barriere all'importazione e alla svalutazione del tasso di cambio.
Le transazioni in valuta estera sono gestite da soggetti autorizzati dalla Banca Centrale (Banco Central de la Republica Argentina, BCRA), che devono verificare la regolarità della documentazione presentata dal richiedente la valuta forte. Da notare l'ampia discrezionalità nel concedere l'approvazione informale per trasferimenti di fondi superiori a USD 200.000 senza un tempo limite per il completamento della procedura.
SACE raccomanda dunque cautela e attenta selezione delle controparti con primario merito di credito e ricavi in valuta forte. Le opportunità vanno colte nei settori strategici, quali agricoltura, energia e minerario.