2015: Asia ancora in crescita
Secondo il rapporto economico di Deloitte Touche Tohmatsu Jaiyos Co. relativo al quarto trimestre dello scorso anno, nel 2015 la ripresa sarà debole in Europa e Giappone, rallenterà lievemente in Cina, riprenderà spedita in India e USA.
Crescita e produttività saranno trainate da investimenti infrastrutturali e riforme nei paesi asiatici mentre nell'area ASEAN (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Tailandia, Vietnam) quale risultato della ratificazione della comunità economica AEC. A guadagnarci sarà in particolare l'economia tailandese, che vedrà l'avvio di grandi progetti pubblici con il ritorno della fiducia da parte di finanziatori e consumatori.
In Tailandia tra i settori più promettenti figura l'industra automotive, che nel 2015 dovrebbe mettere a segno +10% grazie all'aumento della produzione di vetture, così come il settore immobiliare (+10%). Di segno positivo anche le previsioni per il turismo (+8-10%), il settore finanziario e bancario (+8%), ingrosso e dettaglio (+2-3%) ed elettronica (+2%).
A livello globale si prevede una crescita del 3,5% (+ 3,3% nel 2014), sulla quale pesano tuttavia le incertezze della situazione geopolitica così come gli effetti dovuti all'invecchiamento della popolazione. Negli Stati Uniti il PIL dovrebbe crescere del 3,6% (+2,8% nel quadriennio successivo) mentre in Europa sarà intorno all'1,2%. In Asia il PIL si stabilizzerà intorno a +5,6%, con un modesto rallentamento in Cina e maggiore incisività in India, ma con crescita robusta in tutti i paesi asiatici in via di sviluppo.
Nel quadriennio 2016-19 la situazione dovrebbe essere sostanzialmente stazionaria in Giappone (PIL +0,9%), impegnato a contrastare la recessione, e in Cina (+6,5%), concentrata sulla stabilità finanziaria e sulla crescita sostenibile con l'obiettivo di far riconoscere la valuta nazionale a livello internazionale. Per l'India si prevede una crescita del PIL del 6,5% in seguito all'aumento dell'export e degli investimenti ma anche dell'implementazione delle riforme e di una visione politica stabile.
Nei paesi dell'area ASEAN nel 2015 è prevista una crescita del PIL del 5,3%, che dovrebbe salire a +5,5% nel periodo 2016-19 soprattutto grazie alla ripresa tailandese e indonesiana. Sia il governo indonesiano (+6% nel quadriennio successivo) sia quello tailandese controllato dai militari (+5,4%) puntano infatti alle riforme istituzionali quale obiettivo prioritario. Bene anche per Vietnam (+6,4%), il cui obiettivo è la lenta ristrutturazione del sistema bancario, Myanmar (+7,5%) attivo sull'agenda delle riforme economiche, Laos (+7,6%), che cerca di controllare l'inflazione e di procedere sul fronte delle riforme, Cambogia (+7,5%) aperta alle riforme, e Brunei (+4,2%), trainato da progetti petrolchimici. Per il prossimo quadriennio si prevede una situazione stazionaria in Malesia (+5,4%), impegnata ad accrescere i salari, nelle Filippine (+6,2%) che affrontano problemi di disoccupazione e investimenti strutturali inadeguati, e a Singapore (+3,7%), paese vulnerabile per i forti legami con le economie occidentali. Migliora la capacità di fare business in Malesia e Tailandia, lievemente in Indonesia, Laos, Myanmar mentre peggiora negli altri paesi aderenti all'area ASEAN.
maricro