L'industria della plastica a 4 mesi dal K
Con l’attenzione rivolta a imprevedibili sviluppi futuri, l’industria europea della plastica mantiene un certo ottimismo e conferma uno stato di salute buono.
Secondo la Applied Market Information (AMI) l’industria attraversa un periodo di cambiamento, in lotta per uscire dal ristagno causato dalla recessione del 2008-2009 seguita dalla crisi dell’Eurozona nel 2012-2013, tanto da prevedere che la domanda di polimeri crescerà dell’1% annuo fino al 2019.
Con queste premesse l’industria della plastica si avvicina alla prossima K 2016 carica di ottimismo e di grandi aspettative. I produttori di polimeri europei sono ottimisti: la domanda di poliolefine è solida e i margini integrati hanno raggiunto massimi storici. Assocomaplast annuncia ordini al rialzo mentre l’associazione dei trasformatori tedeschi GKV lamenta intoppi nella filiera di fornitura e prezzi volatili delle materie prime, soprattutto PE e PP, in seguito alla persistente domanda di materie plastiche da parte di Asia e USA.
Proprio per fornire informazioni sul mercato dei polimeri e supportare la richiesta di sospensione di determinati dazi di importazione UE è stata fondata l’Alleanza per i Polimeri in Europa.
Le aziende tedesche lamentano elevati costi per l’energia, con conseguente calo di competitività sulla scena mondiale nei confronti delle concorrenti nordamericane che sfruttano gas di scisto. Qui si inserisce Ineos, che ha avviato l’importazione di scisto dal Marcellus Shale verso la Norvegia ed è pronta a esplorare giacimenti nel Regno Unito.
In tema di riutilizzo e conservazione delle materie plastiche, la Commissione Europea ha adottato un pacchetto di economia circolare (Circular Economy Package – CEP) e varato una revisione delle proposte legislative sui rifiuti. L’obiettivo UE prevede il riciclaggio del 75% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e il divieto del collocamento in discarica dei rifiuti da raccolta differenziata. Si prevede che entro il 2025 le capacità produttive UE per le bioplastiche aumenteranno di venti volte, totalizzando 5,7 milioni di tonnellate.
L’industria della plastica europea guarda con attenzione anche alla quarta rivoluzione industriale, definita Industria 4.0, che porterà a fabbriche intelligenti, rappresentando un cambio di paradigma dalla produzione centralizzata a quella decentralizzata.