L’export traina la meccanica italiana

quale export 2017

Dopo la battuta d’arresto tra il 2008 e il 2009, le aziende meccaniche italiane hanno ripreso a marciare.

Secondo i dati divulgati da Anima, Federazione delle associazioni nazionali dell'industria meccanica varia e affine, nel primo semestre 2016 la meccanica italiana ha esportato macchine, tecnologie e impianti per 13,5 miliardi di euro (+0,8% rispetto al 2015).

Mercato principale è l’Europa (44%), seguita da Asia (22%) e America del Nord (10%). Nelle prime posizioni troviamo Germania (1,27 miliardi di euro, +7%), Stati Uniti e Francia. Valvole e rubinetti sono i prodotti più esportati in Germania, con un ulteriore incremento del +1,1%; registrano una crescita a doppia cifra le pompe (+12,7%) e le turbine a gas (+20,6%), così come gli impianti di condizionamento (+16%).

In calo l’export verso gli Usa (1,21 miliardi di euro, -8%) a causa della debolezza del dollaro sull’euro. Di segno negativo sollevamento e trasporto (-28%), mentre realizzano una buona performance i macchinari da costruzione (+7,5%), che assieme a valvole e turbine costituiscono più di un terzo del totale. Più recentemente la domanda di manifattura italiana negli Usa è risultata in calo: il primo semestre 2016 ha registrato -7,5% rispetto all’anno precedente.

L’export destinato alla Francia è cresciuto del 10% (1,18 miliardi di euro), con un picco di richiesta per caldareria (+21,9%) e carrelli elevatori (+11,1%), oltre agli strumenti di movimentazione.

La Turchia, sesto paese di destinazione del nostro export, ha segnato +24% (418 milioni di euro), dopo un calo drastico dal 2012. L’Arabia Saudita, verso cui l’export è in crescita dal 2010, nel 2015 ha invertito la tendenza (-21%). La guerra del petrolio ha influito sul potere d’acquisto del paese, rallentando tutti i settori e progetti correlati.

Tra crolli come la Russia, rimbalzi e recuperi, l’export sta comunque trainando e sostenendo favorevolmente la meccanica italiana.