Brasile, laboratorio per le rinnovabili
Nel 2016 la potenza installata in Brasile era pari a 142.042 MW di cui il 71,5% generata da centrali idroelettriche (101.598 MW), 14,2% (20.320 MW) da termoelettrico (gas naturale, carbone, diesel), 6,8% (9.611 MW) eolico, 5,4% (7.640 MW) biomassa, 1,4% (1.990 MW) nucleare e solamente 16 MW fotovoltaico.
Secondo le statistiche pubblicate da ONS (National Electric System Operator) e basate su fonte PEN, entro il 2021 su una potenza totale di 166.540 MW si prevede una riduzione della generazione idroelettrica, che scenderà al 68,3% (113.784 MW), quote sostanzialmente invariate per termoelettrico (14,2%), biomasse (5%) e nucleare (1,2%) mentre grazie a importanti investimenti nelle rinnovabili l'eolico contribuirà per il 9,7% (16.205 MW) del totale generato, il fotovoltaico per l'1,3% (2.182 MW).
Da un recente articolo di Valor International, che riporta percentuali leggermente differenti, emerge un dato importante: nella regione nord-orientale del Paese, negli ultimi anni particolarmente colpita dalla siccità, si è investito maggiormente nell’eolico tanto che ben il 51% dell’energia è generata da turbine eoliche, 32% da centrali termoelettriche e 14% da idroelettriche.
Secondo Valor International la società statale EPE (Energy Research Company) vorrebbe trasformare la regione in un vero e proprio laboratorio di rinnovabili.