CPEC, corridoio di infrastrutture ed energia
Il 13° piano di sviluppo quinquennale cinese intende migliorare gli scambi commerciali con i propri partner attraverso grandi opere infrastrutturali tra le quali rientra il Corridoio Economico Cina-Pakistan (CPEC).
Nell’ambito di questo progetto è prevista la realizzazione di una via lunga 3.218 km lungo la quale saranno costruite autostrade, ferrovie e condutture per un investimento di USD 75 miliardi (fonte: Deloitte). Secondo le stime del governo pachistano il progetto porterà alla creazione di oltre 700.000 posti di lavoro mentre il tasso di crescita economica dovrebbe passare dall’attuale 4,7% al 5,2% (fonte: agenzia Nova).
Il CPEC ha già contribuito alla risalita del Pakistan nella classifica per la competitività stilata dal World Economic Forum Report (WEFR), passato dal 133° del 2014 all’attuale 115° su 137 Paesi valutati, evidenziando un vero balzo rispetto al 2017 (122°). La classifica ‘infrastrutturale’ colloca invece il Paese al 110° posto, dove la Cina è al 46°, avendo imboccato nell’ultimo biennio un percorso in discesa sui cui ha influito la qualità delle infrastrutture portuali e l’affidabilità della fornitura elettrica (fonte: Forbes).
Il progetto prevede, tra l’altro, la costruzione di un’autostrada lunga 1.100 chilometri per unire le città di Karachi e Lahore; l’ammodernamento dell’autostrada Karakorum che unisce Rawalpindi alla frontiera cinese nonché della linea ferroviaria tra Karachi e Peshawar, che consentirà di proseguire fino a Kashgar, nella regione dello Xinjiang. Pechino potrà sfruttare i porti sul mare Arabico.
Tra gli obiettivi del governo pachistano figura inoltre la trasformazione della zona di libero scambio di Gwadar in polo industriale di rilievo regionale oltre al potenziamento del comparto energetico nazionale e alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, cui saranno destinate ampie risorse.
La crisi energetica in Pakistan risale infatti al 2007 e si è acutizzata nel 2012 con un forte impatto sulla crescita economica del Paese. Il governo ha adottato misure specifiche per superare il deficit di energia elettrica di 5.000 – 7.000 MW e gestire in maniera più efficiente la trasmissione e distribuzione di energia.