Macchine utensili: export 2018 a 3,54 miliardi
Quarto Paese produttore di macchine utensili e terzo esportatore dopo Germania e Giappone, l’Italia si prepara a chiudere il 2018 in positivo dopo avere archiviato un 2017 di successi.
Secondo i dati di previsione elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU, nel 2018 la produzione è destinata a salire del 9,3% a 6,65 miliardi di euro. Il consumo in Italia si attesterà a 5,07 miliardi (+ 13,6% rispetto al 2017), con consegne sul mercato domestico in crescita del 15,2% (3,11 miliardi) e importazioni a quota 1,96 miliardi (+11,1%).
L’export è previsto in crescita del 4,6% (3,54 miliardi).
In particolare, nel secondo trimestre 2018 le consegne sono cresciute del 16,5% rispetto al medesimo periodo 2017, segnando +45,5% le vendite interne e +9% quelle oltre confine. L’indice della capacità produttiva è salito all’83,8%.
Analizzando il primo semestre 2018, le consegne risultano aumentate del 14% (+45,6% quelle interne, +6,8% quelle estere). L’export è cresciuto in Germania (+12,3%), Cina (+8,1%), Polonia (+42,3%), Spagna (+18,8%), Turchia (+42,8%), India +93,8%), Regno Unito (+22,8%), Austria (+47,9%). In calo l’export verso Usa (-8,5%) e Francia (-1,7%).
Nel 2017, la produzione si è attestata a 6.085 milioni di euro (+9,6%), grazie all’export (3,385 miliardi di euro, +4,1%) ma anche alle maggiori consegne sul mercato interno (2,7 miliardi, +17,4%).
Principali mercati di sbocco della produzione italiana sono stati Germania (343 milioni -9,1%), Cina (342 milioni, +8,2%), Stati Uniti (318 milioni, -9,8%), Francia (213 milioni -5,1%), Polonia (162 milioni, +17,8%), Spagna (134 milioni, +15,3%), Messico (122 milioni, +22,6%), Russia (89 milioni, +16,8%).
L’Unione Europea si è confermata la prima area di destinazione dell’export, pur ridimensionata dal 48,7% del 2008 al 45,9% del 2017. Nel 2017 le vendite in UE sono aumentate del 2,4% (1.451 milioni di euro), dove risultano in calo quelle dirette a Germania (-9,1%), Francia (-5,1%) e UK (-6,1%), in crescita quelle verso Polonia (+17,8%), Spagna (+15,3%) e Russia (+16,8%). Invariata la Turchia (-0,2%), in calo la Svizzera (-4%).
L’export in America Settentrionale è sceso del 2,9% a 487 milioni. In America del Sud il calo è stato del 5,1% (72,9 milioni), quale conseguenza delle performance negative dell’Argentina (-25,7%, 13,8 milioni) mentre è cresciuto l’export in Brasile (40,3 milioni, +11,2%).
Le vendite in Asia, secondo mercato di sbocco dei costruttori italiani, sono salite a 721 milioni (+6,7%), destinate prevalentemente in Asia Orientale, con Cina a quota 342 milioni (+8,2%), seguita da Corea del Sud (33,7 milioni, -18,1%), Giappone (28,9 milioni, +71,1%), Taiwan (21,7 milioni, +15,6%).
Sulle vendite in Asia Meridionale (63,7 milioni di euro, -19,8%) hanno influito le performance negative di India (53,9 milioni, -23,1%). E’ proseguita la crescita dell’export in area ASEAN (108 milioni, +24%), con Malesia (31,7 milioni, +5,6%), Vietnam (21 milioni, +672,5%), Indonesia (19,3 milioni, +130%). Nel rapporto UCIMU non sono citate le statistiche export verso la Tailandia.
L’export in Medio Oriente è cresciuto del 6,3% (112 milioni), diretto in UAE (26,1 milioni, +4,8%), Israele (23,8 milioni, +23%), Iran (13,2 milioni, +89,5%). In crescita del 7% anche l’export in Africa (109 milioni, prevalentemente verso Algeria, Sud Africa e Marocco) e del 24,1% in Oceania (42,1 milioni).