AI e robotica: il punto sulle imprese italiane
Nel 2017 il business dell’intelligenza artificiale ha generato un giro d’affari di 12,5 miliardi di dollari (+59,3% rispetto al 2016), che dovrebbe salire a quota 46 miliardi entro il 2020.
L’intelligenza artificiale (AI) e la robotica sono viste favorevolmente dalla maggior parte delle imprese, convinte che contribuiscano a rendere il lavoro delle persone meno faticoso e più sicuro oltre a fare aumentare l’efficienza e la produttività.
Il 61% delle aziende italiane è pronto per introdurre sistemi di intelligenza artificiale e robot nelle proprie organizzazioni mentre solo l’11% è decisamente contrario.
Secondo il primo rapporto Aidp-LabLaw 2018 su AI, Robot e Lavoro, condotto da Doxa su un campione di 300 imprese con più di 10 dipendenti, la maggior parte degli imprenditori ritiene che l’introduzione dell’AI in azienda permetterà di creare nuovi ruoli e posizioni lavorative, stimolerà lo sviluppo di nuove competenze e professionalità e consentirà alle persone di lavorare meno e meglio. Sarà tuttavia necessario rimodulare il sistema formativo per scongiurare l’esclusione dal mercato del lavoro di chi è meno scolarizzato e qualificato.
Per il 56% degli intervistati l’intelligenza artificiale e i robot sono a supporto delle persone e non in loro sostituzione; nel 33% dei casi sono impiegati per svolgere attività mai realizzate in precedenza.
In generale queste tecnologie favoriscono maggiore flessibilità dell’orario di lavoro e riorganizzazione degli spazi di lavoro, promuovono servizi di benessere e welfare per i lavoratori, il lavoro a distanza e lo smart working e, addirittura, la riduzione dell’orario di lavoro (22% degli intervistati).
Da interviste effettuate su 1.000 lavoratori di imprese con più di 10 dipendenti è emerso un atteggiamento favorevole all’introduzione in azienda di robotica e AI, che favorirebbero la spinta innovativa contribuendo a migliorare il rapporto tra colleghi e a stimolare il miglioramento delle competenze.
Il fattore dimensionale è discriminante, tuttavia le imprese con manager di età inferiore ai 45 anni riportano maggiore innovazione.
Nel confronto tra aziende emerge un atteggiamento molto positivo da parte di quelle robotizzate (75%), meno positivo da parte delle altre (47%), che vedono conseguenze eccessivamente negative, peraltro smentite dall’esperienza di quelle robotizzate. Le imprese che hanno già investito in AI prevedono di proseguire su questo percorso anche nel prossimo quinquennio: un’azienda su quattro intende investire ulteriormente.
Il rapporto è stato presentato lo scorso dicembre a StartupItalia! Open Summit 2018.