Africa, le potenzialità da scoprire
Entro il 2050 la popolazione africana dovrebbe contare più di 2 miliardi di persone e il maggiore numero di giovani al mondo, potenziale fucina di creatività.
Il PIL, che nel 2016 cresceva del 2,2%, è aumentato del 3,5% nel 2018 e si prevede che salga del 4% nel 2019. Nel 2018 sono 17 i Paesi africani che hanno messo a segno +5% mentre altri 21 sono cresciuti mediamente del 3-5%.
Entro il 2030 i consumi raggiungeranno i 2.500 miliardi di dollari e gli investimenti B2B saranno pari a 3.500 miliardi. Ulteriore impulso ai consumi sarà impresso dall’espansione del ceto medio unitamente alla rapida urbanizzazione del territorio.
Le potenzialità del continente africano sono state sottolineate dal presidente della Banca Africana di Sviluppo, Akinwumi A. Adesina, durante la conferenza di fine 2018.
Per la Banca Africana di Sviluppo solo quattro economie hanno registrato segni negativi nel 2018 (8 nel 2017) e tutto fa pensare in positivo per il 2019. Gli investimenti esteri diretti, pari a 10 milioni di dollari nel 2010, a 73 miliardi nel 2013 e scesi a 42 miliardi nel 2017, avrebbero ripreso quota nel 2018 (50 miliardi di dollari).
L’African Economic Outlook 2019 riporta il miglioramento economico del continente, prevedendo una crescita del PIL del 4% per l’anno in corso, che dovrebbe segnare +4,1% nel 2020 puntando su lavoro, crescita, dinamismo e integrazione per assicurare la prosperità economica.
La rivoluzione digitale è già in atto: con oltre 770 milioni di utilizzatori di smartphone il passo verso l’e-commerce è breve.
In termini di investimenti, vi sono ottime opportunità per il settore energetico, in particolare per le energie rinnovabili off-grid e mini-grid: oltre 600 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità, problema che la Banca Africana di Sviluppo intende affrontare con l’investimento di 12 miliardi di dollari nel prossimo quinquennio, che potrebbero salire a 45-50 miliardi. L’iniziativa Desert to Power fornirà elettricità a 250 milioni di persone nel territorio del Sahel, nell’Africa sub-sahariana, generando 10.000 MW da pannelli fotovoltaici. E l’accesso all’elettricità significa per queste popolazioni opportunità di espansione economica.
Per incentivare il mercato del lavoro è stata lanciata l’iniziativa Jobs for Youth in Africa, il cui obiettivo è la creazione di 25 milioni di posti di lavoro nell’arco di un decennio, focalizzandosi su agricoltura, ICT e piccole e medie imprese. Al tempo stesso la Affirmative Finance Action for Women in Africa (AFAWA) intende supportare l’imprenditoria rosa facilitandone l’accesso ai finanziamenti.
L’Italia è il 7° maggiore finanziatore del Fondo per lo Sviluppo dell’Africa, con il contributo nel 2016 di 246 milioni di euro.
Tuttavia il commercio con il nostro Paese è sofferente: l’export italiano, che nel 2013 era pari a 27 miliardi di dollari, è sceso del 28% nel 2017 a quota 19,4 miliardi. Le importazioni italiane sono passate da 45 miliardi di dollari nel 2012 a 20,6 miliardi nel 2017 (-54%).
Per Akinwumi A. Adesina occorre invertire questa tendenza soprattutto in considerazione della Continental Free Trade Area for Africa (CFTA), l’accordo di libero scambio siglato a marzo 2018 da 44 Paesi africani, destinato a espandere il commercio all’interno del continente di 35 miliardi di dollari all’anno. Obiettivo che per essere raggiunto necessita lo sviluppo delle infrastrutture così come di interventi su ICT e condizioni igienico-sanitarie. Da segnalare infine il potenziale africano in agricoltura così come nei settori petrolifero, minerario e metallurgico.