Tendenze in Tailandia
Nel 2023 l’economia tailandese è cresciuta dell’1,9%, meno del previsto a causa delle deboli esportazioni. Le previsioni 2024 indicano una ripresa su più fronti.
I consumi e gli investimenti privati nel 2023 sono saliti rispettivamente del 7,1% del 3,2% mentre quelli pubblici hanno registrato entrambi una contrazione del 4,6%. L’export ha segnato -1,7%.
Sono queste le statistiche riportate da Report Linker su fonte NESDC, prevedendo per il 2024 una crescita dell’economia tra il 2,2 e il 3,2% grazie alla concomitanza di diversi fattori: la ripresa dell’export di merci (+2,9% in valore), l’aumento dei consumi (+3%) e degli investimenti (+3,5%) privati, il buon andamento del turismo. L’inflazione dovrebbe stabilizzarsi intorno allo 0,9-1,9%.
Ancora più ottimistiche sono le stime del Kasikorn Research Center, secondo cui l’economia tailandese nel 2024 potrebbe espandersi del 3,1-3,6% trainata dal settore turistico. I costi aziendali potrebbero restare alti a causa dell’aumento dei prezzi energetici e dei salari, affiancati da normative ambientali sempre più rigorose. I cambiamenti climatici sono affrontati con l’introduzione di specifici regolamenti e tasse per le imprese che emettono gas serra.
Tra le tendenze in atto figura la maggiore attenzione alla prevenzione alle malattie. Si stima che l'economia del benessere valga almeno 1 trilione di baht ed è destinata a crescere così come il numero di persone che soffrono di depressione e insonnia.
La tecnologia digitale continuerà a espandersi tra i consumatori di tutte le età influendo sui metodi di pagamento online (fino al 94% delle transazioni totali) mentre si diffondono le tecnologie basate sull’IA (intelligenza artificiale).
Per conquistare clienti e contrastare il calo delle vendite, l’industria automobilistica sviluppa strategie di riduzione dei prezzi.
Il settore aerospaziale è particolarmente attento alle innovazioni tecnologiche e ai materiali avanzati quali acciaio, alluminio e nano-leghe di carbonio per migliorare le caratteristiche di peso e resistenza.
Per Report Linker nel 2023 la domanda apparente di acciaio in Tailandia si è contratta dello 0,4% su base annua a 16,33 milioni di tonnellate: la produzione di acciaio finito è scesa del 7% su base annua a 6,6 milioni di tonnellate e l’export di prodotti finiti ha segnato -0,6% su base annua (1,5 milioni di tonnellate) mentre l’import ha registrato +4% su base annua (11,2 milioni di tonnellate).
Il maggiore consumatore di acciaio è risultato il settore delle costruzioni (57%) seguito da industria automobilistica (22%), apparecchiature elettroniche (8%), macchinari e industria (7%), imballaggio (6%)
L'industria dell'alluminio è stata duramente colpita dai prodotti cinesi che stanno inondando il mercato tailandese.
Entro il 2026 l’import di alluminio in Tailandia dovrebbe salire a quota 4,6 miliardi di dollari (+2,2% su base annua). Dal 1993 le importazioni sono aumentate del 6,7% annuo. Nel 2021, la Tailandia si è classificata al 16° posto per import; ai primi posti figuravano Austria (4,1 miliardi USD), Germania, Giappone e Francia.
Entro il 2026 le esportazioni tailandesi di alluminio raggiungeranno i 2,2 miliardi di dollari, con un aumento del 2,4% su base annua. Dal 1994, l’export è aumentato del 7,3% annuo. Nel 2021, la Tailandia si è classificata al 28° posto, preceduta ai primi posti da Repubblica Ceca, Germania, Stati Uniti e Canada.
Nel 2023 a fronte di una capacità produttiva di 710.000 tonnellate di alluminio, comprese lamiere e profilati, è stata registrata una produzione effettiva è di 478.000 tonnellate (67% della capacità produttiva), con un valore di mercato complessivo di circa 70 miliardi di baht.
Nel prossimo futuro a crescere saranno le industrie a basse emissioni di carbonio, come quella dell’alluminio a basso tenore di carbonio, utilizzato nella produzione di veicoli elettrici.
In Tailandia il contesto normativo è favorevole per l’industria dell’alluminio. Il Paese ricicla il 91% delle lattine di alluminio inoltre collabora con l’Aluminium Industry Club, il National Metal and Materials Technology Center (MTEC) e 11 produttori di alluminio per determinare le emissioni medie di gas serra in preparazione al Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) dell’Unione Europea. Inoltre sta sperimentando la piattaforma FTIX per lo scambio di energia pulita e crediti di carbonio.