Perché il Brasile?
Una superficie immensa (8,5 milioni km2) ospita una popolazione altrettanto vasta (205 milioni di abitanti).
Ai confini, ben nove Paesi degli undici che costituiscono il Sud America: una posizione privilegiata, nell’area centro orientale del Sud America, con facile accesso anche ai mercati africani. Per quale motivo si sceglie di investire in Brasile, il maggiore mercato dell’America Latina, parte dell’area Mercosul? Se ne è parlato nel corso del recente 'America Latina Investment Forum' organizzato da Lide Italia in collaborazione con il Gruppo Sole 24 Ore.
Il Brasile punta a una crescita sostenibile, adottando provvedimenti che migliorino competitività e produttività. Secondo l’analisi puntuale di Apex-Brasil, gli investimenti nelle infrastrutture sono in crescita così come l’addestramento di personale qualificato, tanto che nell’ultimo decennio il Brasile è diventato la 7° economia mondiale, caratterizzato da diversificazione e improntato sulla democrazia. Negli ultimi anni si è assistito a un forte sviluppo del mercato domestico, fattore che ha consentito il miglioramento delle condizioni di vita di circa 40 milioni di brasiliani. Oggi il Brasile è tra i Paesi che più attraggono gli investimenti esteri, registrando nel 2015 ben 75 miliardi USD di investimenti diretti.
Il 2015 ha segnato forti cambiamenti nel Sud America, con il ciclo avverso delle commodity, il rallentamento della Cina, principale mercato di destinazione delle materie prime sudamericane, le crisi governative e l’orientamento della politica monetaria statunitense hanno avuto ripercussioni sulle economie dell’area.
A fine agosto Dilma Rousseff è stata destituita dalla carica di presidente del Brasile con l’accusa di aver manipolato i conti pubblici. Il successore Michel Temer, 37. Presidente della repubblica brasiliana, dovrà fronteggiare un Paese in recessione con disoccupazione crescente, dopo che era passata dal 12,4% al 5,4% nel periodo 2003 - 2014.
Secondo la Banca Mondiale, nel 2015 il PIL brasiliano ha segnato -3,8%, richiedendo riforme fiscali e interventi di politica macroeconomica di contrasto alle dinamiche del debito e di sostegno all’impiego, con l’obiettivo di perseguire, secondo la Banca Centrale, una crescita dell’1,10% nel 2016 per poi salire al 2% nel 2017. Per il Consolato Generale del Brasile in Italia, la struttura economica brasiliana resta solida. Anzi, la svalutazione del Real rispetto al dollaro (da luglio 2014 a gennaio 2016 circa -82%, pari a -38% considerando il tasso di cambio effettivo), ha portato la bilancia commerciale a recuperare rendendo il Brasile finanziariamente attraente. E la Banca Centrale conta ora oltre 369 miliardi USD in riserve internazionali, utilizzabili per ripianare eventuali turbolenze dei mercati finanziari.
Il Brasile è il 24. Paese di destinazione dell’export italiano, primo nell’America centro-meridionale. Secondo le statistiche pubblicate da SACE, si prevede che entro il 2019 l’export cresca di 1,2 miliardi di euro (+3,9%) a quota 4,9 miliardi di euro
Ma quali sono i settori prioritari per gli investimenti? Per SACE vi sono ottime opportunità nei settori agricolo, automotive e componentistica, costruzioni, infrastrutture, industria estrattiva, oil & gas. Per il Consolato Generale del Brasile, le energie rinnovabili sia in termini di generazione che di distribuzione, rappresentano opportunità di investimento nell’ambito del Piano decennale per l’Espansione dell’Energia (PDE) da qui al 2024. Il piano si basa su studi a lungo termine condotti dall’Agenzia brasiliana per la Ricerca Energetica (EPE) in seno al Piano Energetico Nazionale, considerando obiettivi come la riduzione dell’uso di risorse energetiche, in particolare energia idroelettrica; l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili; la riduzione dell’impatto ambientale; il dialogo sui cambiamenti climatici con una visione a lungo termine; l’espansione e diversificazione delle attuali fonti energetiche.
La popolazione brasiliana dovrebbe passare dai 205 milioni del 2015 a 217,8 milioni nel 2024 (+0,7% annuo), con conseguente crescita del 2,5% del PIL pro capite nel periodo 2014-2024, inferiore rispetto a quanto previsto precedentemente per il Piano Energetico, una prospettiva basata su uno scenario di crescita moderata a livello globale mentre il Brasile dovrebbe crescere, dopo un periodo di allineamento, a un ritmo maggiore. Per far fronte alla domanda, entro il 2024 sono previsti investimenti nell’infrastruttura energetica per 1.407 miliardi di real.
Il Brasile è orientato ad ammodernare le proprie infrastrutture attraverso concessioni, finanziamenti privati e partecipazione di banche e fondi di investimento. Tra il 2000 e il 2014 la produzione di grano è cresciuta del 129%, il numero di passeggeri sui voli commerciali è aumentato del 154% (+7,2% annuo) e la flotta di veicoli del 184,6%. Il trasporto navale è cresciuto del 5% annuo dal 2003. Per il Consolato Generale del Brasile in Italia, l’espansione dei servizi infrastrutturali accrescerà la competitività dell’economia riducendo i costi della logistica per l’industria, espandendo l’export e favorendo una produzione agricola efficiente.
A giugno 2015 è partita la seconda fase del Programma governativo di Investimenti in Logistica (PIL) per 200 mililardi di real nella rete ferroviaria, autostradale e aeroportuale, di cui 70 miliardi di real pianificati nel periodo 2015-18, incoraggiando gli investimenti privati nel settore.
Anche i settori delle telecomunicazioni e dell’oil & gas sono oggetto di interventi governativi per migliorarne le prospettive e programmare gli investimenti per il prossimo decennio.
Negli ultimi due decenni il Brasile è diventato uno dei maggiori produttori ed esportatori di prodotti agricoli, settore in forte evoluzione grazie a investimenti nella ricerca e innovazione, nella tecnologia, nella gestione efficiente e nella produttività: con 388 milioni di ettari, il Brasile possiede la maggiore area coltivabile al mondo. Oltre agli investimenti in tecnologia, giocano a favore le condizioni climatiche, con il giusto mix di sole e umidità che in alcune aree consente di ottenere due raccolti all’anno senza richiedere irrigazione. Ne consegue un’agricoltura diversificata, con la presenza di piccoli produttori così come di grandi proprietari terrieri. Gran parte del settore è organizzato in cooperative, soprattutto nel Sud del Paese. Anche le fattorie a conduzione familiare sono importanti, contando per quasi la metà del grano prodotto e più di un terzo del caffè consumato all’anno in Brasile, un Paese dove anche grandi gruppi internazionali hanno stabilito la propria produzione.
All’interno del Brasile, stato con grandi investimenti nelle rinnovabili è Bahia, dove nell’entroterra si delinea una potenzialità eolica per 195.000 MW e solare. L’area occidentale dello stato conta la maggiore produzione di grano del Paese e la maggiore produttività di latte; l’area settentrionale è considerata il maggiore produttore vitivinicolo. Opportunità di investimento nelle infrastrutture e trasporto intermodale, con possibilità di insediamento nella Bahia Export Free Zone (EPZ).