Perù nel mirino
Con una crescita media nell’ultimo quinquennio superiore al 5% annuo, un’inflazione relativamente contenuta e buone opportunità d’investimento, il Perù è entrato nel mirino del governo italiano.
Secondo produttore al mondo di rame e di zinco, terzo di argento e sesto d’oro, il Perù sta vivendo un periodo di crescita e sviluppo socio-demografico. Secondo i dati della Banca Mondiale, la percentuale di popolazione che vive sotto la soglia di povertà in meno di dieci anni è passata dal 58,7% al 22,7%; il 68,2% della popolazione rurale ha accesso all’acqua potabile e la speranza di vita alla nascita nel 2014 si attestava a 74,5 anni. Il reddito pro capite è cresciuto (circa 12 mila dollari nel 2015) con conseguente aumento del potere d’acquisto, che ha creato opportunità di mercato per i beni di largo consumo (agroalimentari, moda, abbigliamento, tecnologia, elettrodomestici) e i macchinari industriali.
Nel corso del recente America Latina Investment Forum è emerso che oltre 20 miliardi di dollari di investimenti pubblici sono stati stanziati in infrastrutture (ferrovie, autostrade, metro, reti idriche) ed energia (soprattutto impianti idroelettrici): la produzione di energia conta 23 progetti operativi di generazione di elettricità da rinnovabili per immettere in rete oltre 345 MW. Attualmente è aperta la concessione per la progettazione e costruzione di una centrale termoelettrica di 200 MW con un investimento stimato di 180 milioni USD mentre altri 300 milioni USD sono previsti per una rete di distribuzione di gas naturale in sette regioni del Paese.
Altri progetti riguardano l’agroindustria e il turismo.