Ancora bene l’export: +4,5% nel triennio 2019-2021
Le imprese italiane orientate all’export, dopo l’eccellente performance del 2017 (+7,4%), potranno continuare a cogliere le opportunità offerte dai mercati esteri.
E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto Export del Polo SACE Simest, ‘Keep Calm & Made in Italy’, secondo cui non bisogna perdere di vista le opportunità nonostante l’incertezza che caratterizza alcuni mercati.
Lo studio, che analizza il periodo 2018-2021 suddiviso per Paesi e settori, delinea una previsione di crescita dell’export del 5,8% nel 2018, che continuerà per il prossimo triennio a un tasso medio annuo del 4,5%, sfiorando nel 2019 i 500 miliardi di euro per superare nel 2021 i 540 miliardi. L’export di servizi dovrebbe raggiungere i 116 miliardi di euro.
Il periodo esaminato si caratterizza per nuovi investimenti e ripresa dei prezzi delle materie prime, forti degli accordi UE con Canada, Messico, Paesi Mercosur, Giappone, India e Paesi ASEAN mentre la qualità elevata del Made in Italy rende il nostro export meno soggetto alla concorrenza dei prezzi. Il tasso di cambio resta la maggiore incognita: un rapporto euro/dollaro superiore a 1,30 si ripercuoterebbe negativamente sulla competitività italiana. Altri fattori di rischio sarebbero le politiche di import substitution di mercati come Cina, India e Stati Uniti oltre alla possibilità di un’escalation protezionistica.
Il rischio di una guerra commerciale è minimo ma gli effetti potrebbero essere forti: la crescita globale rallenterebbe al 2,8% nel 2018 (3,3% nello scenario base) e nel 2019 scenderebbe a 2,1% (da 3,0%); il commercio mondiale rallenterebbe a 4,2% nel 2018 (5,2% nello scenario base) e crollerebbe nel 2019 al 2,4% (da 4,4%). L’economia cinese registrerebbe un lieve rallentamento, mediamente +5,7% nel biennio 2018-19, mentre negli Stati Uniti il tasso medio nel biennio sarebbe intorno all’1,8%. In questo scenario ‘alternativo’ anche l’export italiano risentirebbe del calo della domanda dei Paesi più interessati dalle misure (Stati Uniti e Messico), perdendo quasi due punti percentuali nel 2018 (da 5,8% a 3,9%) per passare nel 2019 a +1,6% da una previsione base di +5,2%.
Nel 2018 i mercati determinanti per l’export italiano sono i medesimi che hanno trainato il 2017, a cominciare dall’Asia (+8,4%), dove si distinguono Cina, India e Indonesia; l’America Latina (+7,5%) grazie alla ripresa degli scambi con il Brasile; e l’Europa emergente (+7,0%) in particolare la Russia, con le dovute cautele per le sanzioni internazionali. Le prospettive sono positive anche nel Nord America (6,1%), nell’Africa Subsahariana (+5,4%), nell’Europa avanzata (+4,8%) e in Medio Oriente e Nord Africa (+4,7%). Nel 2019-2021, l’export italiano rallenterà in maniera omogenea in tutte le aree.
Nel prossimo quadriennio i tassi di crescita più elevati saranno registrati dai beni intermedi (+8,1% nel 2018, +4,7% nel triennio successivo), tra cui spicca il comparto chimico-farmaceutico.
Nel 2018 le esportazioni di beni di investimento (40% dell’export totale) dovrebbero segnare +5% per scendere lievemente (+4,6%) nel prossimo triennio. Da segnalare le buone performance dei mezzi di trasporto, con il comparto automotive (+4,6% nel 2018 e +6,9% nel triennio 2019-2021), e la meccanica strumentale, primo settore di esportazione italiano (+ 5,2% nel 2018 e 3,1% nei tre anni successivi).
SACE ha identificato 15 geografie, emergenti e avanzate, ad alto potenziale export nel medio-lungo termine, dove nel 2017 sono stati venduti beni per 95 miliardi di euro, 85 nel 2016, (21% dell’export complessivo) e si prevede che contribuiranno per un terzo del maggiore export tra il 2018 e il 2021.
Sono dunque considerate “irrinunciabili” Arabia Saudita, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Kenya, Messico, Perù, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Vietnam, cui si aggiungono 5 ‘promesse’: Turchia, Senegal, Colombia, Filippine e Marocco.
SACE, controllata al 100% da Cassa depositi e prestiti, offre servizi di export credit, assicurazione del credito, protezione degli investimenti all’estero, garanzie finanziarie, cauzioni e factoring. SIMEST interviene nelle fasi dello sviluppo estero con finanziamenti a tasso agevolato a sostegno dell’internazionalizzazione, contributi agli interessi a supporto dell’export e attraverso l’acquisizione di partecipazioni. SACE insieme a SIMEST costituisce il Polo dell’Export e dell’Internazionalizzazione del Gruppo CDP.